Due recenti pubblicazioni pubblicate dalla rivista The Lancet indicano che la mortalità intra-ospedaliera dei neonati pretermine si riduce di circa il 70% se, al momento della nascita, i neonati vengono assistiti mantenendo la circolazione placentare ancora intatta per almeno i primi 2 minuti di vita, anziché “clampare e tagliare” immediatamente il cordone ombelicale (Lancet 2023; 402: 2223–34 e Lancet 2023; 402: 2209–22).
Tali risultati sono il frutto di una importante collaborazione internazionale, coordinata dall’Università di Sydney (NHMRC, Clinical Trials Centre, Sydney, Camperdown, NSW, Australia), che ha riunito tutti gli sperimentatori principali dei trial randomizzati controllati in corso o appena conclusi sull’argomento, in modo da raccogliere ed analizzare i dati di tutti i singoli pazienti reclutati nei 47 trials selezionati.
L’Università di Firenze ha contribuito con un trial randomizzato controllato multicentrico nazionale, coordinato dal prof. Simone Pratesi e promosso dalla SOD di Neonatologia di AOUC diretta dal prof. Carlo Dani.
L’assistenza routinaria ai neonati pretermine in Italia, ma anche all’estero, prevede che il neonato alla nascita sia rapidamente separato dalla placenta e posizionato su un lettino riscaldato ed attrezzato, solitamente distante da dove la mamma partorisce, in modo da iniziare ad aiutare il neonato a respirare.
I dati recentemente pubblicati su The Lancet indicherebbero, invece, che tale tipo di assistenza dovrebbe prevedere un cambiamento importante: il neonato pretermine dovrebbe essere assistito nei primi minuti di vita senza separarlo dalla placenta, quindi aiutandolo a respirare mentre è ancora attaccato alla placenta, vicino alla sua mamma.